Sono passati anni, hai sofferto, pianto, urlato, ti sei agitato. Hai sudato, ti sei incazzato, ti sei arrovellato, hai tirato pugni contro il muro e libri per casa. Poi ti sei svegliato una mattina, o ti ha svegliato un tramonto, o le stelle, e hai visto con precisione i momenti della tua vita in cui sei stato felice: quando eri piccolo e tua madre ti sorrideva; quando tuo padre ti prendeva per mano e ti portava al cinema; quando quella ragazza, bella come tutto quello che c’è, schiantandoti addosso a un muro ti ha baciato per la prima volta; quando le vacanze con gli amici erano un libro; quando la scuola era un villaggio vacanze, l’università un po’ di tutto e un po’ di niente, e il lavoro nemmeno così pesante, in fondo. Quando ridevi, bevevi, suonavi, scrivevi.
Hai visto con precisione tutto questo, e hai capito che è ancora così. Anche quando soffri, piangi, urli, ti incazzi e rimpiangi il passato, hai capito che il dolore non è niente: tu sei felice e la vita è un gioco.
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